
22 luglio, ore 21:00, Presicce, Giardini Pensili di Palazzo Ducale - Dove il respiro diventa suono.
Alessandro Trianni e la Piccola Ensemble Areté

Alessandro Trianni si avvia allo studio del saxofono all’età di 7 anni. Allievo del M° Luigi Fazi, presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, ha conseguito sotto la sua guida prima il diploma con 10/10, poi la laurea specialistica di secondo livello in discipline musicali con 110 e lode e plauso unanime della commissione presentando una tesi di studio su “La storia del saxofono e il suo repertorio”. Partecipa a diversi corsi di perfezionamento e master class, ultimo il corso di esperto universitario in saxofono conseguito presso l’Università musicale di Andalucia (Spagna) tenuto dagli insegnanti Claude Delangle, Juan Jimenez Alba, Vincent David, Arno Borkamp ed Eric Devallon. È vincitore di numerosi concorsi musicali nazionali ed internazionali ai quali si presenta sia in veste da solista che in formazioni cameristiche. Si è distinto in preziose esibizioni concertistiche in Italia ed all’estero sia da solista che in formazioni cameristiche. Negli anni ha realizzato diversi lavori discografici in duo sax-pianoforte e in formazioni di ensemble. Si è esibito in luoghi ed eventi culturali con l’Orchestra di Fiati del Conservatorio Tito Schipa di Lecce con la quale, di particolare importanza sono stati i concerti tenutosi in Francia per quartetto di Sax e Orchestra fiati. Diverse volte si è esibito in concerti con la Fanfara dipartimentale della Marina Militare di Taranto in repertorio per Sax Solista e Orchestra di Fiati. Da agosto 2020 la famosa azienda francese costruttrice di saxofoni “Henri Selmer” di Parigi lo individua quale artista contemporaneo Italiano da citare e indicare tra i propri artisti. Attualmente svolge attività di docenza quale insegnante di Saxofono presso il Conservatorio di musica “Niccolò Piccinni” di Bari.
La piccola ensemble “Aretè” si compone da un gruppo di musicisti che nel corso della loro esperienza musicale hanno condiviso l’amore per lo studio del saxofono, difatti l’ensemble si compone tutta di saxofoni diversi per modello.
Se pur l’idea musicale affonda nello stile classico, la formazione nasce dal desiderio di dar vita a un insieme con il quale poter spaziare in diversi generi.
L’incontro della quasi intera famiglia del saxofono nei suoi diversi modelli è una tra le peculiarità della formazione, l’utilizzo delle varie tipologie di saxofono esaltano gli aspetti timbrici, dinamici e di estensione necessari per l’interpretazione di celebri brani e composizioni.
Uno degli obbiettivi della formazione è quello di far conoscere la musica di artisti che con il proprio talento sono giunti alla definizione di un linguaggio universale, filtrando e sintetizzando le proprie esperienze in una scrittura più ricercata ed inconfondibilmente personale.
Affrontando una letteratura “inevitabilmente” contemporanea e d’avanguardia, avvolte contaminata dalla musica popolare o jazz, il repertorio che si propone si avvicenda in un programma di musica originale per la formazione e arrangiamenti di brani di grandi musicisti dei nostri giorni e del passato. Il desiderio è quello di riuscire nel far intraprendere all’ascoltatore un viaggio di fantasia che riesca a portarlo in posti e luoghi lontani semplicemente ascoltando la musica.
La piccola ensemble “Aretè” è una formazione che con la sua musica vuole essere lo specchio ideale nel quale ricercare un punto d’incontro fra emozioni, istinto e ricerca personale.
Elisa Galati, sax soprano;
Alessandra D’Inca e Matteo Cacciapaglia, sax alto;
Antonio Frascerra e Francesco De Luca, sax tenore;
Maria Chiara Tunno, sax baritono.
PROGRAMMA
Alessandro Marcello (1673–1747)
Concerto in re minore
per sax soprano solista e sestetto di sax
Andante
Adagio
Allegro
Béla Bartók (1881–1945)
Romanian Folk Dances
per sax soprano solista e quartetto di sax
Jocul cu bâtă / Bot tánc
Brâul
Pe loc / Topogó
Buciumeana / Bucsumí tánc
Poarga românească / Román polka
Mărunțel / Aprózó
Camille Saint-Saëns (1835–1921)
Introduzione e rondò capriccioso
per sax soprano solista e sestetto di sax
Alexander Glazunov (1865–1936)
Concerto in mi♭ maggiore op. 109
per sax alto solista e sestetto di sax
Allegro moderato
Andante
Cadenza
Allegro
Grigory Markovich Kalinkovich (1917–1992)
Concerto Capriccio su temi di Paganini
per sax alto solista e sestetto di sax

Palazzo Ducale di Presicce
Le più antiche notizie dell’edificio sono di epoca normanna, ma a difesa dei primi nuclei abitativi, probabilmente in epoca bizantina, venne realizzato un primo castrum.
L’attuale Palazzo Ducale, quindi, ingloba le testimonianze di oltre mille anni di storia. L’edificio presenta una struttura massiccia, lineari prospetti scanditi e alleggeriti dalle soluzioni d’angolo, le eleganti finestre architravate di gusto rinascimentale, l’ampia loggia, costituita da tre archi a tutto sesto riccamente decorati. Le coperture degli ambienti interni sono generalmente voltate a botte e a spigolo, una grande scala reca una copertura lignea a capriate.
Si possono individuare quattro principali fasi edificative. La prima è relativa al fortilizio medievale; ancora visibile lungo il perimetro ovest vi è una delle torri angolari, è inoltre documentata la presenza di un profondo fossato. La seconda fase di sviluppo si colloca tra il XVI e il XVII secolo, sotto la signoria dei Gonzaga, dei Cito-Moles e dei Bartilotti-Piccolomini d’Aragona.
Nel 1630 fu avviato un intervento di ristrutturazione del castello, ingentilendo gli aspri volumi del fortilizio, con l’ampia loggia del perimetro ovest, con i giardini pensili, ricavati sul terrapieno delle mura del perimetro sud ed edificando una nuova cappella dedicata alla Santissima Annunziata che si affaccia sulla pubblica piazza. La ricca decorazione scultorea della facciata della cappella interessa anche l’interno, infatti l’intradosso della volta è scandito da serraglie, costoloni e maschere apotropaiche, sull’unico altare del sacro edificio è collocata una grande pala raffigurante l’Annunciazione. La terza fase che apportò ulteriori rimaneggiamenti si ebbe nel XVIII secolo. Nel 1709 il palazzo passò ai de’ Liguoro e nel 1791 vennero avviati i lavori di ristrutturazione del cortile del palazzo, realizzando l’elegante quinta barocca e lo scalone a doppia rampa che conduce al piano nobile. Venne, inoltre, aperto l’accesso, attraverso un portale, ai giardini pensili da piazza Sant’Andrea (oggi piazza Villani). La quarta fase di ristrutturazione, interessò i prospetti esterni del palazzo. Agli inizi del XX secolo, il duca Paternò decise di collocare i merli dal gusto neogotico, secondo la moda eclettica del tempo e vennero aggiunti nuovi corpi di fabbrica.
Dal 1990 ospita al suo interno il Museo della Cività Contadina.